Scontro a Strasburgo tra Orban e Ilaria Salis: il premier critica il passato dell’attivista, mentre l’europarlamentare denuncia il regime.
La plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è stata il palcoscenico di un acceso scontro tra il premier ungherese Viktor Orban e l’eurodeputata e attivista Ilaria Salis.
Nel corso del dibattito sulla presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione Europea, il premier ha attaccato duramente Salis, mettendo in discussione la sua legittimità a parlare di Stato di diritto. Ecco la replica dell’europarlamentare.
Il presidente Orban accusa Ilaria Salis
Come riportato da Tg24.sky.it, Orban ha criticato l’intervento di Ilaria Salis, definendo “assurdo” che proprio lei parlasse di Stato di diritto.
“Trovo assurdo che qui al Parlamento Europeo, alla plenaria, dobbiamo ascoltare tutti insieme un intervento sullo Stato di diritto che abbiamo sentito dall’onorevole Ilaria Salis“, accusa, scatenando stupore tra i presenti.
Il premier ha poi continuato a difendere il suo operato, respingendo le accuse di corruzione mosse nei suoi confronti da altri esponenti europei.
“Se non leggeste i report finanziati da Soros ma altri dati indipendenti vedrete che l’Ungheria non è messa peggio di altri sulla corruzione“, ha ribadito.
La replica dell’europarlamentare
Dal canto suo, Ilaria Salis non si è lasciata intimidire dagli attacchi e ha replicato con durezza alle accuse del premier Orban.
Nel suo intervento, ha ribadito che la presidenza dell’UE assegnata all’Ungheria è “altamente inappropriata“, definendo il regime di Budapest come un sistema “oligarchico ed etnico“.
“Per alcuni è una tirannia moderna. Il dissenso è criminalizzato, la società civile repressa“, aggiunge. Inoltre, ha raccontato la sua personale esperienza di prigionia in Ungheria.
“Conosco l’Ungheria dai suoi luoghi più oscuri“, ha concluso. “Grazie alla solidarietà di migliaia di antifascisti, sono qui come una donna libera.”.
Lo scontro tra Orban e Salis si inserisce in un più ampio dibattito che vede l’Unione Europea sempre più divisa su come gestire la deriva autoritaria di alcuni Stati membri.